Giunto davanti alla locanda entrai senza indugio. Due loschi figuri, che mi pareva di avere già visto, si avviarono verso la porta scontrandosi con me. Giunse allora la proprietaria della locanda che si scusò per loro. parlai ad un anziano abitante del luogo alla mia sinistra, venendo a conoscenza che il solo passaggio per il castello era un ponte dietro alla locanda. Rivolgendomi alla proprietaria, notai come il solo fatto di voler andare verso il castello producesse in lei sgomento.
Salii le scale e mi incamminai verso l'unica porta aperta in fondo al corridoio. Appena entrato notai sul soffitto alla mia sinistra come una botola. Senza pensarci su due volte, spostai il cassettone in fondo alla stanza e vi salii sopra. Notai, un pomello che subito raccolsi. Questo si rivelò ideale per aprire la botola. Salito al piano superiore, notai sul bordo un piedistallo. Sembrava l'ideale per un cannocchiale, ma al momento non ne avevo alcuno con me. Tornando verso la botola, notai sul muro una fessura. Ci guardai dentro: un passaggio! doveva esserci un'altra strada per giungere fino alla locanda.
Scesi e uscii dalla locanda. Mi incamminai a sinistra. Giunsi fino ad un pozzo, chiuso da un lucchetto. Proseguii fino a raggiungere un ponte. Doveva essere quello che mi aveva detto il vecchio alla locanda, purtroppo un uomo con un occhio di vetro mi impediva con aria minacciosa di passare. Dovevo sbarazzarmene. Girandomi attorno notai una strada che sembrava costeggiare il fossato, sembrava andare proprio verso la luna. La imboccai giungendo fino ad un bivio con un cartello che mi indicava la strada per il cimitero. Andando in questa direzione, un altro bivio: Cimitero o Calvario. Scelsi quest'ultimo. Una luna più splendente che mai illuminava il luogo. Girai attorno alla croce e non senza un certo disgusto notai che qualcuno aveva crocifisso un uccello! Chinai lo sguardo e raccolsi la fionda che era ai miei piedi.
Tornai al bivio precedente e questa volta mi diressi verso il cimitero. Appena entrato, uno strano fenomeno luminoso attirò la mia attenzione. Per il momento lo evitai proseguendo dritto e, dopo aver girato attorno a quella che sembrava una sottospecie di cripta, giunsi ad un vicolo cieco, ove però potei prendere possesso di un piccone.
Tornai verso i fenomeni luminosi, che si verificavano proprio sopra una tomba accanto ad una parete ove era dipinto un cavaliere con sotto di se un piccolo drago. Usai il piccone sulla tomba, rinvenendo uno strano artefatto, molto simile ad un anello. Lo raccolsi e tornai al primo bivio. Mi incamminai verso la strada indicata da un cartello con sopra la scritta "Aureae Coronae Caupona" (ovvero "Osteria della corona aurea", l'unica volta che abbia mai usato le mie conoscenze latine).
Appena imboccata la via, giunsi ad una biforcazione: una strada portava all'osteria, mentre l'altra verso il lago. Andai verso quest'ultimo. Nuovamente un bivio! Verso la miniera o il lago? continuai verso l'acqua. Notai un sentiero che mi portava verso un grande albero, mentre continuando a dritto si giungeva ad una casetta. Mi incamminai verso questa speranzoso di trovare qualche indizio, ma trovai solamente uno dei due bruti (e brutti) che mi avevano spintonato alla locanda. Mi mossi allora verso l'albero ed una volta giunto in cima, notai un gruppo di uccelli in lontananza, ma ancora a portata di fionda. Gli scagliai l'unico proiettile che avevo a disposizione, sperando di distrarre l'uomo nella casa. Ce la feci, e il losco figuro si spinse sino ai bordi della passerella sul lago. Tornai verso la casa e, appena salito sul piccolo terrazzino, sulla sinistra vidi un bastone. Senza alcuna esitazione lo raccolsi. Proseguendo giunsi nei pressi di colui che prima mi ostruiva il passaggio. Dovevo renderlo inoffensivo e quindi senza rimorsi usai contro di lui il bastone. Cadde in acqua, lasciandomi finalmente libero. Nell'angolo vidi un barile scoperchiato, ed osservandolo più da vicino, notai un flauto al suo interno. Lo raccolsi, sperando in un suo utilizzo futuro. Mi voltai verso la porta. Era bloccata! sulla passerella comunque vidi un coltello. Una lama poteva fare comodo e me ne impossessai.
Ripresi la strada per la locanda.
Parlai sia con la proprietaria che con il vecchio seduto al tavolo riguardo all'anello ed al flauto, venendo a conoscenza di nuovi ed interessanti particolari sul passato della regione e sui furfanti che mi stavano mettendo i bastoni tra le ruote. Scesi giù verso la cantina. Dentro una sottospecie di ripostiglio, giaceva un cannocchiale. Purtroppo l'oscurità mi impediva di proseguire oltre. Salii nel terrazzino aperto con il piedistallo per il cannocchiale e ci usai ciò che avevo trovato in cantina. Perfetto! guardando attraverso le lenti potevo notare l'individuo che mi bloccava l'accesso al ponte!
Suonai in flauto in modo da smuoverlo dalla sua posizione. Si andò a posizionare proprio sotto a dove ero, più precisamente sotto all'insegna della locanda, sorretta da una fune che mi passava proprio accanto. Con il coltello appena raccolto, tagliai il cavo, mettendo fuori gioco anche questo probabile scagnozzo di Dracula. Disceso nella camera, la proprietaria irruppe nella stanza da una porta prima bloccata, preoccupata per ciò che era appena accaduto e diretta a chiudere le porte della locanda. Dovevo a tutti i costi uscire e dirigermi verso il ponte, così imboccai la via da dove era venuta la locandiera, trovandomi nella terrazza dell'edificio. Tramite un buco nel pavimento, mi trovai all'esterno. Finalmente potei dirigermi verso il ponte! Durante il cammino passai vicino all'uomo che avevo appena stordito. Esaminandolo notai che aveva con se un mazzo di chiavi. Me ne impadronii e continuai per la mia strada. Giunto al ponte, tentai di attraversarlo, ma questo crollò sotto il mio peso. Dovevo cercare un'altra strada!
Mi diressi allora verso il pozzo ed usai sul lucchetto una delle due chiavi che avevo appena raccolto. Entrai al suo interno. Un Tunnel! Lo percorsi, fino a giungere ad una scaletta. Salii e in cima trovai una lanterna che feci subito mia. Continuando per il corridoio giunsi verso una parete forata. Guardando attraverso la fessura notai un posto che mi sembrava familiare. Ma certo! Era dove avevo poggiato il cannocchiale! Ridiscesi la scala, ma appena giunto alla sua base, questa volta mi girai a desta, verso una parete non illuminata. Un raggio di luce mi permise comunque di intravedere una specie di chiodo a cui appesi la lanterna. La luce sprigionata da quest'ultima mi permise di vedere una corda con un rampino attaccato. Presi quest'ultimi e, ripercorrendo il tunnel da dove ero venuto, tornai fuori dal pozzo. Tornai sotto alla terrazza forata da dove ero uscito dalla locanda l'ultima volta. Utilizzando il rampino sul buco, tornai all'interno della costruzione. Scesi al piano terra e parlai con il vecchio, dicendogli che il ponte era crollato. Mi parlò di alcuni passaggi sotterranei. Rivolsi le solite domande anche alla proprietaria. Questa mi fornì una chiave che mi permise di aprire il cassetto dentro al mobile alla sinistra del bancone. Questo conteneva una strana chiave, un accendino e un diario che mi illuminò sull'anello che avevo trovato al cimitero. Decisi di dirigermi verso la cantina. Appena varcata la porta, osservai la fessura. Una candela aspettava solo di essere accesa, e io decisi di non farla attendere oltre utilizzando il mio nuovo accendino. Scesi le scale e adesso potei avvicinarmi alla damigiana che potevo adesso finalmente vedere. Sulla facciata di questa si celava un pannello dove poteva essere inserita una chiave. Vi usai quella che avevo trovato nel cassetto. Il pannello si mosse rivelando uno strano macchinario. L'anello del cimitero sembrava fatto apposta per essere usato lì. Ripresi l'oggetto che avevo trovato nel campo santo, e finalmente una porta si aprii. Mi ritrovai in un tunnel illuminato da lanterne. Percorrendolo mi resi conto di essere all'interno di una miniera, probabilmente quella indicata da uno dei cartelli che avevo visto in precedenza. Purtroppo quasi tutte le strade erano bloccate. Mi avvicinai al portone principale e vidi a destra uno strano pannello. Esaminandolo più da vicino notai l'effige del drago impressa su quest'ultimo. Dopo averlo aperto, senza indugi usai il bracciale sul meccanismo che era adesso accessibile. Ripresi il mio piccolo artefatto dorato e uscii finalmente all'aria aperta. Ero riuscito ad aggirare il brigante che mi bloccava l'accesso al lago! Andai verso la distesa d'acqua. Utilizzai la chiave sulla porta che prima era bloccata, potendo così accedere all'interno della casa di legno. Sulla mia sinistra giacevano dei barili fissati alla base da un piede di porco. Lo rimossi, liberando l'accesso ad un ascensore che sfruttai subito. Qualcosa comunque andò storto e questo discese in caduta libera. Ne uscii illeso per miracolo, ma mi ritrovavo bloccato in un sotterraneo! Uscito da quella che poteva diventare la mia bara mi diressi a sinistra, fino all'orlo di una profonda buca. Una catena sorreggeva le travi alle mie spalle. Decisi di usare il piede di porco su quest'ultima in modo da fare crollare la struttura. Raccolsi uno dei legni che si erano adagiati non troppo gentilmente accanto a me,e girai attorno alla voragine da destra. Potevo vedere davanti una possibile via di fuga, ma non riuscivo a raggiungerla. L'asse di legno di cui avevo appena preso possesso sembrava fare al caso mio, e con questa costruii una passerella di fortuna.
A quanto pare ero nuovamente dentro alla miniera.... Sulla sinistra giacevano delle pietre come messe apposta per ostruire un passaggio, pietre che rimossi con il piede di porco. Uno scheletro mi aspettava dietro di esse. Mi faceva ribrezzo la sola idea, ma la situazione lo richiedeva, e così raccolsi il braccio destro dai resti di questo poveraccio. Dietro al mucchio di ossa vi era una grata, alla quale era attaccata una specie di candela semi-consumata. La accesi con l'accendino, rivelando così altri resti di uomini. Vidi un bastone ma era troppo distante perchè riuscissi a raggiungerlo. L'aiuto del braccio dello scheletro si rivelò indispensabile e potei così mettere mano su quel pezzo di ferro.
Mi diressi verso l'altro lato della stanza, ed imboccai un passaggio che scendeva verso quella che sembrava una passerella. Purtroppo le assi avevano ceduto, e non vi era un'apparente via per giungere dall'altra parte senza fratturarsi qualche osso. Non mi persi d'animo ed agganciai l'asta di ferro che avevo raccolto alle due catene che affiancavano il ponte. Grazie ad un mirabile gesto atletico mi trovai dall'altra parte. Alla mia destra una grata di ferro mi impediva il passaggio così discesi le scale poste dall'altra parte. Sceso anche dal pianerottolo con un'altra grata, giunsi nei pressi di un tavolo. Proprio dietro quest'ultimo, un passaggio conduceva verso uno scambio ferroviario per i carrelli della miniera. C'era una leva che regolava lo scambio ma non funzionava visto che gli mancava un pezzo. Decisi così di avviarmi verso destra, ovvero verso l'unico carrello ancora sui binari e che sembrava in grado di funzionare. Dietro questa, vi era una leva, probabilmente quella che bloccava il carrello. La tirai e subito le ruote si mossero. Il carrello si fermo solamente quando trovo un muro. L'urto violento smosse la costruzione sopra questo, facendo cadere all'interno del mezzo ferrato un barile di materiale infiammabile. Non fu l'unico risultato: avvicinatomi al muro, in alto notai una carrucola con attaccato un gancio, gancio che presi subito. Scesi dal carrello (senza azionarlo nuovamente) e mi ritrovai nei pressi del tavolo. Tornai alla leva che regolava lo scambio. Il gancio che avevo appena ottenuto era perfetto per renderla funzionante. Tirai finalmente la leva cambiando così il corso del carrello. Tornali laddove avevo lasciato quest'ultimo e lo rimisi in movimento tirando la leva. Fui catapultato fuori dalla miniera diretto verso il castello di Dracula.
Saltai fuori dal macchinario poco prima che un urto lo mettesse fuori uso per sempre. Ero nei pressi di una stanza ove un ponte ferrato permetteva di arrivare dall'altro lato. Purtroppo quest'ultimo era abbassato e non potevo proseguire. Mi voltai vedendo una porta alla mia destra. Come mossi le mani, questa crollò rivelando un passaggio.In fondo a questo vi erano una serie di marchingegni. un piccolo gancio con sotto inciso l'effige del drago non permetteva l'apertura di un coperchio. Lo rimossi ed applicai il bracciale sugli attacchi resisi disponibili. Qualcosa si mosse ed il ponte si alzò. Tentai di attraversarlo ma un'orda di pipistrelli continuavano ad impedirmi il passaggio. Nei pressi dei binari giaceva una torcia inutilizzata. Feci nuovamente uso del mio acciarino e la accesi. Presi quest'ultima, mi mossi ai bordi della buca, e la lanciai verso il barile aperto che era caduto dal carrello. Il fuoco divampò scacciando i pipistrelli e permettendomi finalmente il passaggio. Giunto dall'altra parte, l'unica via non bloccata portava verso una piattaforma, sopra la quale era situata una leva. La mossi con decisione attivando una funivia.
Giunsi finalmente all'interno del castello, precisamente nel cimitero. L'alba era vicina, dovevo fare presto. Mi mossi verso l'angolo opposto a quello dove ero. Una grata aperta e delle scale a chiocciola. Andai in basso. Una porta bloccava il passaggio. A sinistra un pannello con il solito meccanismo per il bracciale. Una volta applicato quest'ultimo, la porta si aprì ed intravidi un'ombra. Mi mossi all'interno della stanza, finchè non notai una torcia ad olio spenta. L'acciarino forni il fuoco per accenderla. L'ombra si rese visibile. Era una donna, che mi chiese di rimuovere la maledizione che le impediva di entrare nel castello. Le parlai di mia moglie e lei mi parlò di ciò che aveva bisogno per spezzare la maledizione. Subito dopo mi diressi verso le scale a chiocciola. Salii fino al piano superiore (ovvero giunto al piano terra continuai a salire), e la mi aspettava la prigioniera. Questa, non so come mi aprì una porta che mi permise di accedere al castello.
Varcata la soglia, il muro si richiuse dietro di me. Ero nel salone principale. Salii le scale ed imboccai la prima porta davanti a me. Continuai per il corridoio giungendo a quella che sembrava la stanza dal letto del Conte. Vi era un tavolino con una palla sorretta da uno strano oggetto di legno. Raccolsi la sfera e continuai a girare intorno al letto fino a giungere nei pressi di un baule. Lo aprii e raccolsi il quadro al suo interno. Vi era anche una pila di libri. Feci per leggere il primo ma uno strano oggetto al suo interno attirò la mia attenzione. Lo feci subito mio.
C'era qualcosa di strano nella parete a sinistra della finestra. Era come se mancasse qualcosa. Vi piazzai il quadro appena raccolto. Uscii dalla stanza dalla porta adiacente a quella da cui ero entrato.
Ero giunto nella biblioteca, o meglio, nel piano superiore della biblioteca. Proseguendo a destra vi era una porta che portava verso un curioso macchinario. Azionai la manovella tirando su il lampadario caduto nel salone. Tornai in biblioteca ed imboccai l'unica porta che non avevo ancora oltrepassato. Fui al piano terra. Alla mia destra una scala attirò la mia attenzione. Una lettera cadde. Era indirizzata a me. Era scritta dal Conte Dracula in persona! Mi dava già per spacciato. Salito sulla scala, azionai la manovella spostandola a sinistra. Un alquanto curioso marchingegno era celato da dei libri. Purtroppo non riuscivo a comprenderne l'utilità. Scesi e proseguii accosto agli scaffali, quando notai qualcosa (anche se ce ne vuole per notarlo!): mancava un numero che contrassegnasse uno scaffale. Osservai da più vicino l'attacco e provai ad inserire lo strano oggetto che avevo trovato dentro il libro nel baule. Calzava perfettamente! Richiusi lo sportellino e tornai in cima alla scala ad attivare lo strano meccanismo. Un fascio di luce colpì la parte superiore dello scrittoio. Mi avviai verso il tavolo con delle mappe sopra. Come mossi il piccolo mappamondo, una mappa stellare con un drago disegnato sopra divenne visibile. Presi il bracciale e provai ad adagiarlo sul foglio. Solo nel quadrato in basso a destra questo calzava perfettamente rivelando 2 numeri: 40 gradi N e 25 gradi E. Volsi la mia attenzione allo scrittoio. Vi era uno sportello nel mezzo. Come lo aprii, un pannello si sollevò e la luce proveniente dal marchingegno in cima alla scala attivò la rotazione di una specie di bilanciere, aprendo lo scrittoio. In alto vi era una specie di albero genealogico, in basso un cassetto contente una chiave piccola, un'icona, un piccolo ingranaggio ed una moneta. Dopo averli raccolti, imboccai la porta ed uscii. Ero nuovamente nel salone. Scesi fino a giungere laddove era il lampadario prima che lo tirassi su. Vi era un coperchio che celava un guanto di ferro. Lo raccolsi. Mi mossi verso l'unica porta presente a pian terreno e tolsi il mazzo di chiavi dalla toppa. Rifeci nuovamente le scale e arrivai all'angolo dove il lampadario fungeva da passerella. Adesso ero in grado di imboccare anche questo passaggio. Percorsi il corridoio fino a giungere ad una porta che aprii con le chiavi appena raccolte. Ero al cimitero iniziale. Tornai dalla vecchia. Le mostrai la sfera. Non so come riuscì a cambiarla! le feci vedere anche l'ingranaggio e il medaglione del drago. Riparò quest'ultimo utilizzando una goccia del mio sangue. Tornai alla camera del conte e rimisi la sfera ove l'avevo tolta. L'effetto lente mi permise di vedere con esattezza che carte teneva in mano il giocatore raffigurato nel quadro. Sembravano segni zodiacali. Erano riflessi da uno specchio posto sopra il camino, specchio che adesso giaceva lì rotto. Giunto davanti al camino mi voltai in direzione del tavolo con la sfera ed aprii il cassetto. Carte. Ero in grado di capire che segni zodiacali teneva in mano il giocatore. In ordine erano il Leone, il Capricorno e la Vergine. Mi voltai verso il camino e osservai lo specchio rotto. Premetti le effigi nell'ordine in cui le avevo viste. Magicamente una porta segreta si aprì.
Entrai nel nuovo passaggio. In fondo alla stanza, vi era nuovamente il meccanismo attivabile tramite il bracciale del drago. Una volta messo in funzione, la statua del leone si mosse rivelando un coltello. Tornai un secondo ad esaminare il meccanismo per il bracciale. Era leggermente diverso. Vi era infatti al centro una fessura. Li vi infilai il coltello e lo tirai verso il basso come se fosse una leva. La bocca a destra si aprì rivelando un anello attaccato alla parete. Infilai il guanto all'interno della bocca e finalmente tirai l'anello. La parete si mosse rivelando una fessura dove piazzare l'icona. Un piccolo baldacchino con al centro una specie di sfera con i volti della famiglia del Conte Dracula si rivelò alla mia vista. Lo osservai da vicino e vi usai la chiavina. Dopo qualche movimento, la palla si apri e riuscii a mettere le mani su una gemma e una chiave più piccola della precedente. Prima di andarmene estrassi il pugnale dal muro. Tornai in biblioteca e mi diressi verso l'orologio a pendolo. Aprii il vetro che proteggeva il quadrante e piazzai l'ultima chiave raccolta nella fessura. Qualcosa si mosse nello scrittoio: un tassello ruotò su se stesso. Su questo piazzai il medaglione del drago. Due indicatori divennero attivi nel grande mappamondo al centro della stanza. Li mossi in modo tale che quello di sinistra (il blu) segnasse 40 e l'altro (il rosso) 25. Quindi aprii il mappamondo. Al suo interno vi era una statua impressionante. vi ficcai il coltello e piazzai la gemma in cima a quest'ultimo. Un'altra porta segreta si aprì. Entrai e salii le scale. Mi ritrovai in una stanza con una grata nel mezzo del pavimento. Sulla sinistra vi era un leggio con un libro aperto. In questo leggio vi era un loculo ove inserire lo strano ingranaggio che avevo raccolto in precedenza. Appena inserito, il leggio si mosse rivelando un'altra icona ma di forma esagonale. Presa quest'ultima, uno sportello diventò visibile. Aprendolo, scoprii che al suo interno vi era il gioco di cui parlava la vecchia. Bastò inserire le lettere in modo da formare riga per riga le parole Sator, Arepo, Tenet, Opera, Rotas, per ottenere una croce parzialmente ricoperta con delle sfere. Guardai il tavolo a destra e come provai a toccare il libro, rovesciai una boccia con dell'acido. La presi con me.
Sul tavolo a sinistra invece trovai degli appunti di Dracula riguardanti le teorie sulle macchine volanti di Leonardo da Vinci. Scesi le scale e utilizzai la croce appena recuperata sulla piccola rientranza che avevo di fronte. Le scale dietro di me si mossero permettendomi di accedere al piano inferiore. Appena giunsi in questo nuovo livello del castello, mi trovai di fronte un piccolo disco di terra con alla sua sinistra una grata che mi impediva di raggiungere l'amuleto desiderato dalla vecchia. Sciolsi le catene che mi impedivano di smuovere la grata con l'acido. Ma appena toccai l'amuleto, le tre sorelle venne fuori minacciandomi di morte. Queste tentarono di bloccarmi la strada ma io, notando una leva alla mia destra, la tirai con decisione, facendo entrare della luce solare nella stanza. Le tre sorelle batterono in ritirata, lasciandomi libero. Mi mossi quindi verso il lato opposto della stanza (rispetto a dove avevo trovato l'amuleto) ed utilizzai la croce nel loculo. Le scale risalirono nuovamente dandomi la possibilità di esplorare una nuova parte del castello. La vecchia era li ad aspettarmi, chiedendomi con insistenza l'amuleto. Lo consegnai a lei, e questa, togliendo un velo, scoprì mia moglie. Purtroppo quella brutta doppiogiochista aveva l'intenzione di consegnarmi come premio al Conte e mi rinchiuse nella stanza.
In una parete comunque notai tre ingranaggi racchiusi in un esagono. Piazzai sopra questi l'icona che avevo raccolto e la aprii. Un piccolo piedistallo sembrava chiedere con insistenza l'anello del drago. Lo accontentai. Un meccanismo apri una delle pareti e rese accessibile una scala a chiocciola. Presi mia moglie e mi avviai verso le scale. In cima vi era una macchina come quelle descritte negli appunti su Leonardo Da Vinci. Vi caricai mia moglie e poi la feci partire. Purtroppo le tre sorelle erano li a tentare di fermarmi ed inoltre la parete si stava lentamente chiudendo. Fortuna volle che la macchina partì a tempo per farmi uscire dal castello. Riuscimmo ad uscire. Ce l'avevo fatta. Adesso dovevo preoccuparmi di Dracula, il maledetto che mi aspettava a Londra......
venerdì 6 aprile 2007
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento